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La Dieta Mediterranea: Cenni Storici
  

La Dieta Mediterranea: Cenni Storici

Le origini della pasta sono alquanto misteriose, ma non è certo Napoli il luogo dove è stata inventata.
E’ comune attribuire l’invenzione della pasta ai cinesi e ritenere che sia stata importata in Italia
da Marco Polo, reduce da uno dei suoi viaggi in Oriente.
Tuttavia il ritrovamento in tombe etrusche di attrezzi come mattarelli, spianatoie e rondelle tagliapasta, o il riferimento di classici quali Orazio (I sec. a.C.) o Apicio (I sec. d.C.) nel suo
“de re coquinaria libri”, il più antico libro di ricette romane, farebbero risalire ai romani l’uso
del grano duro per creare la sfoglia di pasta che, tagliuzzata, veniva utilizzata per arricchire le minestre (lagane).
Riferimenti non certi giungono dopo alcuni secoli nell’Alto Medioevo dalla Sicilia normanna,
dal valente geografo marocchino Idrisi (1154), che in un suo manoscritto in arabo attualmente conservato ad Oxford, riferendo di un lungo viaggio in giro per il mondo, riporta la lavorazione
di vermicelli prodotti nel paesino di Trabia, vicino Palermo, che essiccati venivano esportati in grande quantità a mezzo nave in tutto il bacino del Mediterraneo.
Grazie agli intensi scambi commerciali con la Sicilia, la cosiddetta pasta di Palermo giunse
fino a Genova e successivamente nel 1295, grazie alla madre di re Carlo d’Angiò che
la utilizzò in un banchetto, la pasta giunse a Napoli.
Inizia così la inarrestabile e gloriosa tradizione della “pasta di napoli” che ha portato
a quei livelli qualitativi, tecnologici, gastronomici e commerciali noti oggi in tutto il mondo.
Sono circa due secoli, infatti, che la pasta è ormai il vessillo della nostra gastronomia nel mondo.


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